I ponti termici sono quelle zone localizzate, limitate dall’involucro edilizio, che rappresentano una densità di flusso termico maggiore rispetto agli altri elementi costruttivi adiacenti.
I ponti termici possono presentarsi per origini diverse dovute a vari fattori che andiamo di seguito ad elencare.
Disomogeneità geometrica è la differenza tra l’area della superficie disperdente sul lato interno e quella del lato esterno, come avviene per esempio in corrispondenza dei giunti tra parete e pavimento o parete e soffitto (spigoli esterni del fabbricato, variano in relazione alla geometria dell’angolo).
Un classico esempio sono gli spigoli (ad esempio collegamenti tra parete e parete, l’innesco tra parete e solaio, la connessione tra pareti e serramenti, ecc.) in corrispondenza dei quali aumenta la superficie disperdente e le superfici isoterme, perpendicolari al flusso termico, si incurvano.
Disomogeneità materica è la variazione dello spessore di costruzione, tipicamente riscontrabile su cavedi, nicchie, vani tecnici e canne fumarie, che produce una conseguente discontinuità di resistenza termica.
Si può verificare in corrispondenza di compenetrazione (totale o parziale) di materiali diversi che hanno conduttività termica differente poste nello stesso involucro edilizio; possono essere pilastri, setti, travi e cordoli, chiodi di fissaggio, ferri di consolidamento, elementi di collegamento di balconi, sovrastrutture esterne, attacchi per tende, scuretti, tettoie e mensole.
I ponti termici hanno solitamente un impatto notevole e deleterio su molti aspetti.
Aspetto igienico-sanitario per possibile formazione di muffe dovuto a condensazione superficiale.
Aspetto strutturale dovuto a variazioni di temperatura all’interno delle strutture che possono determinare tensioni per dilatazioni termiche diverse e fenomeni di condensa superficiale con formazione di muffe e condensazione interstiziale con riduzione delle prestazioni e della durabilità dei materiali.
Aspetto del comfort con un peggioramento notevole delle caratteristiche termoisolanti murarie dovuto a disomogeneità di temperatura delle superfici circostanti rispetto all’aria.
Aspetto energetico per un aumento dei consumi da riscaldamento dovuti ad un aumento delle perdite di trasmissione che possono arrivare anche oltre il 20-30% delle dispersioni totali dell’edificio.
A prescindere dai metodi di calcolo effettuati per ovviare a tali problemi (ma essi riguardano una competenza prettamente tecnica e progettuale), in molti casi di evidente ponte termico si può lenire i devastanti effetti utilizzando metodi meno invasivi e facilmente applicabili.
Come i prodotti DisAqua, per esempio, che sono un ottima soluzione per ovviare ai ponti termici dovuti all’intersecazione di elementi strutturali in cemento armato (notoriamente molto più freddo) con la muratura. Si è verificato che un trattamento profondo col prodotto su un cordolo o su un pilastro in cemento armato, riesce a riportare una temperatura media dell’elemento fino a circa 7° C più in alto rispetto a prima. Questa notevole differenza di temperatura già da sola annulla la discontinuità termica se non addirittura ne migliora i risultati rispetto alla muratura adiacente.
In pratica trattare i ponti termici e risanare i muri da umidità renderebbero pressoché inutili tutti i costosi trattamenti isolanti oggi molto in voga, quali cappotti termici, pannelli isolanti, contromuri termici, ecc.