Le muffe, perché? Come risolvere le muffe in casa.

muffe in casaCome tutti gli anni, con i primi freddi, si impennano le vendite dei deumidificatori domestici.
In effetti, per evitare di trovare le muffe in casa, la prima cosa da fare, oltre che ventilare spesso con aria fresca esterna, è di ridurre l’umidità ambientale.
Quando si ha timore di aprire le finestre la mattina per il freddo, la scelta più ovvia è optare per la deumidificazione elettrica.

Ma non sempre questa tecnica è così vantaggiosa come sembrerebbe…  Diversi sono i motivi.

Il primo è che un ricambio d’aria esterno di 10 minuti è molto più efficace e molto meno dispendioso (in termini di energia) rispetto a un deumidificatore acceso per una intera giornata.

Il secondo è che la qualità dell’aria immessa in ambiente da una finestra aperta per 5 minuti è nettamente superiore a quella dell’aria viziata ristagnante (che viene solo deumidificata).

Il terzo è che un buon ricambio d’aria, oltre alla questione energetica e sanitaria, ne beneficia anche la qualità psicofisica umana ed il benessere ambientale.

Ma perché sempre più abitazioni oggi tendono a generare muffe?

1. Si tende a riscaldare troppo gli ambienti.
Sembra sia consolidata la regola che tanto calore in casa sia sintomo di benessere, di salute (e di disponibilità finanziaria).

2. Si lascia la casa troppo chiusa e sigillata.
Per vari motivi sociologici (lavoro, distanza dal lavoro e tempo disponibile limitato) si parte la mattina presto, ci si prepara di fretta e si torna la sera. Dando molta di più priorità al nostro aspetto estetico che allo stato igienico della nostra casa.

3. Si applicano soluzioni termiche e isolanti fondamentalmente errate.
Altro fattore determinante sono i sistemi isolanti murari (tanto osannati oggi), ma che offrono pochi vantaggi ma molti svantaggi.

 

Analizziamo questi punti con più attenzione:

Punto 1.
Dalla tabella pubblicata di seguito, si può valutare quanto sia influente la temperatura ambientale sul rischio condensa e quindi, di conseguenza, il rischio di far attecchire una colonia di muffe in casa.
Evitare quindi i picchi di temperatura vestendoci di più, invece di riscaldare troppo, è la migliore soluzione per limitare la formazione di condenza, muffe in casa e sviluppare malanni.

Tabella indicante il punto di rugiada (in °C), incrociando le coordinate tra la temperatura ambiente (orizzontale) e l’umidità relativa (verticale) si ottiene la temperatura in cui un oggetto o una muratura può far condensare il vapore e farlo ritornare in acqua liquida. Condizione in cui si formano le goccioline che, se non ben assorbite dai muri, possono generare la muffa.

Punto 2.
La buona manutenzione domestica e il sapiente uso del ricambio d’aria è sempre la miglior soluzione per limitare il ristagno di umidità in ambiente.
Considerando che la camera da letto è stata vissuta per una intera notte, l’umidità del nostro respiro deve essere fugata il prima possibile.
Prendiamo l’abitudine, al mattino, di spegnere il riscaldamento e di spalancare la finestra mentre siamo in bagno a prepararci. Al rientro troveremo un ambiente molto più sano, bonificato e sicuramente più asciutto e fresco.

Punto 3.
I sistemi isolanti rivolti al risparmio energetico sono solitamente degli involucri plastici con cui si perimetra la muratura e garantiscono un notevole risparmio energetico in quanto si riduce la perdita termica dei muri.
Tutto bello e interessante fino a quando riusciamo a tenere sotto controllo, l’umidità, l’evaporazione e la traspirazione muraria.
Quando però il muro non è più in grado di assorbire il vapore per trasportarlo all’esterno (perché avvolto da un cappotto impermeabile) tutto cambia, il muro diventa freddo e umido, le muffe in casa prendono il sopravvento e i vantaggi diventano enormi svantaggi.

Conclusioni

Considerando che la fonte di umidità può essere ridotta, ma non interrotta, vi sono ottime regole comportamentali che permettono di fugare l’eccesso di umidità senza che questa possa condensare e ristagnare sui muri.
Sono metodi risaputi e conosciuti da secoli, solo che oggi i nostri edifici sono molto più delicati di un tempo.

Un tempo, quando gli spifferi degli infissi facevano circolare naturalmente quel filo d’aria di rigenero, il riscaldamento non era esasperato e non si disponeva di acqua corrente, si lavava i pavimenti di rado e la domenica si faceva il bagno.

Oggi che si ha disponibilità di molta più acqua, le fonti possibili di umidità domestica sono quintuplicate; la cottura dei cibi, le docce giornaliere, il lavaggio di pavimenti, sommato alla nostra traspirazione e respirazione, sono enormi fonti di vapore che vanno smaltiti.

Gli infissi però sono stagni per ridurre il consumo energetico
– i muri sono ostruiti la lastre di polistirene espanso
– le cappe di cucina sono solitamente con filtro di ricircolo (raramente scaricano al di fuori)
– le esigenze igieniche ed alimentari sono aumentate.

Se facciamo due conti dove va a finire tutto questo vapore?

Nei muri, che assorbiranno per quello che possono fare, ma poi, non avendo uno scambio diretto con l’esterno, si satureranno e diventeranno sempre più umidi e freddi.
Ecco perché oggi, nonostante gli edifici sempre più sofisticati, le muffe in casa proliferano come se si abitasse in una grotta di pietra.
Con le classificazioni isolanti A+++ abbiamo, in pratica, gettato al vento millenni di storia delle costruzioni traspiranti esistenti nel nostro patrimonio edilizio da sempre.

Benvenuti nel ventunesimo secolo!

Allo stato dei fatti, potremmo comunque risolvere questo serio problema, seguite con attenzione i nostri consigli e, nei casi difficili, provate i nostri prodotti che sono unici, assolutamente atossici, non contengono prodotti chimici né cloro e soprattutto sono inodori e sicurissimi per gli abitanti e per l’ambiente.

Elvio Rossi – Ufficio Tecnico DisAqua

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