Le muffe
Appartengono alla grande famiglia dei funghi e, come questi, si riproducono.
Sono esseri viventi in grado di liberare tossine anche in elevata quantità che possono essere estremamente nocive per la nostra salute.
Possono provocare patologie di vari tipi: dal semplice mal di testa, alle riniti, alle allergie, fino a malattie ben più importanti come tumori, nefropatie ed epatopatie.
Il problema è che nessuno le sa riconoscere per tempo e spesso si attende che il problema sia troppo avanzato prima di provvedere.
All’inizio, in effetti, passano facilmente inosservate, perché le spore sono invisibili e vengono trasportate ovunque dall’aria, poi quando si attaccano nei punti più favorevoli rimangono nascoste per parecchio tempo, iniziano solo a vedersi dei filamenti molto piccoli e già iniziano a produrre altre spore per potersi distribuire altrove.
Recenti ricerche americane mostrano come la loro presenza, specialmente nelle nostre case, è diffusissima e comunque molto più frequente di quanto si creda (dalle stime sembra che siano presenti nell’80 o 90% delle abitazioni).
Secondo i tecnici dell’American Academy of Environmental Medicine (AAEM-Accademia Americana di Medicina Ambientale), la concentrazione elevata di tossine nei locali abitati non deve mai superare le 150-1000 unità formanti colonia per metro cubo d’aria (cfu/m3).
Al di sopra di questo rapporto scattano problemi seri per la nostra salute.
I sintomi patologici derivanti infatti dall’inalazione delle sostanze prodotte dal metabolismo delle muffe sono molto variabili e numerosi.
Allan Lieberman, del Center for Occupational and Environmental Heatlh di North Charleston, South Carolina (Usa), ha coinvolto 48 pazienti esposti involontariamente a muffe ed ha verificato che:
– nel 71% dei casi presentavano dolori muscolari o articolari;
– nel 67% dei casi disfunzioni neurocognitive;
– nel 58% dei casi problemi gastrointestinali;
– nel 54% dei casi respiro affannoso;
– nel 54% dei casi ansia e depressione;
– nel 42% dei casi problemi di vista;
– nel 27% dei casi eruzioni cutanee
Da tali percentuali si deduce che tali soggetti accusavano anche più di un sintomo contemporaneamente.
Patologie
Le muffe iniziano a provocare danni fin da subito e comunque quando si trovano in un ambiente adeguato a loro e consono alle loro necessità biologiche.
Ciò accade soprattutto in presenza di umidità, la presenza costante di acqua infatti, come per i funghi, è una componente fondamentale per questo tipo di organismi.
Attecchite su un ambiente favorevole, esse iniziano a gonfiarsi e si allungano formando protuberanze (dette ife) che secernono enzimi digestivi e soprattutto micotossine.
Nei nostri ambienti purtroppo, possono annidarsi un po’ ovunque.
Possono attecchire sulle pentole, nei cassetti, sulle piante, nei letti, dietro ai mobili, nei lavandini, nella doccia, tra i panni stesi, nella polvere purchè vi sia umidità sufficiente per vivere.
Secondo gli scienziati, l’iter seguito dalle muffe per destabilizzare un organismo segue tre fasi: infezione, allergia e tossicità.
Arrivati alla terza fase l’organismo non è più in grado di smaltire le micotossine accumulate e ne consegue la malattia.
Fra le microtossine più pericolose possiamo citare le aflattossine, le ocratossine, la sterigmatocistina e i tricoteceni.
Le prime sono prodotte da muffe come Aspergillus e svolgono un’azione epatotossica anche cancerogena.
Le ocratossine sono nefrotossiche, mentre la sterigmatocistina interferisce con il sistema immunitario.
I tricoteni provocano nausea, vomito ed emorragie.
Cura
Oggi è possibile campionare con estrema precisione le spore vitali, le spore totali e le micotossine presenti nell’aria e nella polvere dei nostri ambienti con degli appositi test.
Ci sono anche specifici esami di laboratorio che ci consentono di stimare il livello di intossicazione del nostro corpo, essi valutano la presenza di anticorpi dovuti a muffe e micotossine nel sangue, valutano i fattori immunologici e le tracce di veleni nelle nostre urine.
Con tecniche di imaging cerebrale possiamo valutare lo stato neurologico del nostro organismo, con il test della funzione polmonare possiamo indagare sulla fisiologia dell’apparato respiratorio (tra i più suscettibili ed attaccati dall’azione delle muffe).
Per guarire poi da questi subdoli nemici dobbiamo agire su più fronti:
– seguire terapie mediche capaci di potenziare il nostro sistema immunitario
– assumere farmaci antifungini
– sottoporci a massaggi e sostenere esercizi fisici specifici.
Soluzioni
Ma prima di arrivare a tanto, per evitare malanni e successive terapie farmacologiche è sufficiente risolvere il prima possibile il problema muffe nei nostri ambienti.
I metodi sono relativamente semplici se applicati in tempo.
- Innanzitutto bisogna valutare con attenzione ed obiettività la qualità e le caratteristiche dell’aria dell’ambiente in cui viviamo.
- Quando la sensazione di umidità ambientale risulta eccessiva, quando incominciamo a percepire odori di chiuso e di cantina, quando i nostri cibi tendono ad avariarsi piuttosto velocemente, è già stato oltrepassato il tempo di provvedere al risanamento ambientale.
- Anche se le muffe non si vedono ancora sono certamente e sono altamente attive.
Non servono prodotti medicamentosi, né veleni, nè tossicità da aggiungere nei nostri ambienti già compromessi per risanare.
Serve solo un sano trattamento con disAqua Vapor sulle murature più umide e fredde, dietro gli armadi, sugli spigoli tra solaio e pareti, sugli stipiti delle finestre.
Solo pochi minuti di pennello da dedicare alla salute di tutta la famiglia.
Dopo poche ore l’ambiente risulterà già più sano e asciutto, dopo 2 giorni le muffe saranno solo un brutto ricordo.
A questa ricetta aggiungiamo la buona abitudine di cambiare aria di frequente (soprattutto se abitiamo in case di classe elevata fornite di infissi a tenuta stagna).
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