Il trattamento risolutivo per muri umidi

muriumidiFino ad oggi, tecnici edili, rifinitori e ingegneri si sono trovati a dover combattere ad armi spuntate contro il problema dei muri umidi.

Addirittura fino a circa 30 anni fa, non si erano ancora ben capite le cause di tali problemi (chi pensava ad un effetto capillare, chi ad un processo elettrostatico, chi elettrico).

Ancora oggi, purtroppo, molte aziende, che dichiarano di offrire dei sistemi infallibili contro l’umidità nei muri, basano i loro metodi su questi princìpi assolutamente errati e anacronistici.

I motivi oggi sono ormai conosciuti e dipendono da un eccessivo contenuto salino all’interno delle murature. Tali salinità sono, da un lato, insiti nei materiali stessi (già salini al momento della produzione) e, dall’altro, tendenzialmente endemici per taluni terreni particolarmente inadatti.

Il processo di salinizzazione è solitamente irreversibile ed esponenziale: i sali preesistenti inglobati nei materiali, tendono ad avere una specifica e naturale ritenzione idrica che si accentua con i primi processi di imbibizione e successiva asciugatura (per evaporazione).

I sali aggiuntivi trasportati da tale processo, sono quelli contenuti nelle acque vacanti a ridosso delle fondamenta. Esse tendono a risalire per il naturale processo di imbibizione e, con esse, vengono trasportati anche i sali in soluzione fino al punto di evaporazione.

La ripetizione continuativa del processo, tenderà a far depositare i sali (che non evaporano con l’acqua) ove possibile, quindi tra le porosità dei materiali, negli interstizi o nelle cavità più prossime alle superfici esposte all’aria.

Il momento del danno però avviene quando i sali soluti, ormai in superficie, si essiccano e cristallizzano, tale processo infatti crea una grande espansione dei cristalli (dalle 10 alle 15 volte in volume) con una pressione che supera ampiamente i 20 Bar.
Ora, fino a che è sufficiente lo spazio interstiziale per la crescita dei cristalli, non si hanno danni particolari alle murature; il problema si acutizza però quando, dopo molti cicli, non vi è più spazio di accumulo ed i cristalli intasano ogni cavità come possono e poi spaccano il substrato di rifinitura per potervi entrare.

Tali possibili condizioni producono diversi possibili risvolti.
Se i sali saturano le porosità e le occludono senza spaccare, il punto di evaporazione si sposta sempre più in alto e ricomincia il processo di accumulo accrescendo il livello umido murario
Se i sali spaccano le superfici o rigonfiano vernici e intonaci, si crea ulteriore spazio di accumulo e tendenzialmente il processo tende a stabilizzarsi a tal livello, ma di contro, tende a corrodere e disgregare sempre più in profondità il materiale edile.
Se i sali riescono invece a formare un canale di transito ed i cristalli riescono a fuoriuscire dalla muratura, si creano i ben conosciuti salnitri che altro non sono che un processo di estrusione naturale dovuto alla pressione interna che sfoga puntiformemente verso l’uscita.

Ovviamente tale discorso è schematico, in natura questi eventi si manifestano quasi sempre in combinazione tra loro, allora troveremo alcuni punti con salnitri evidenti, altri con distacchi e altri dove la risalita umida è cresciuta più della media senza una motivazione apparente.
Tutto dipende dalle dimensioni delle porosità, dalla direzione degli interstizi, dalla conformazione e dal comportamento del materiale più superficiale.

In linea di massima però, una muratura afflitta da salinità o da forte umidità, non creerebbe particolari problemi in assoluto, se solo si riuscissero a contenere i cicli di asciugatura e imbibizione che si ripetono continuamente.

Nelle cantine infatti, dove le temperature sono sostanzialmente stabili (nessuno si sognerebbe di riscaldarle in inverno e raffreddarle in estate) si manifestano molto più spesso la presenza di salnitri che di rigonfiamenti o di distacchi, in quanto si lascia il tempo ai sali superficiali (nella fase espansiva conseguente all’asciugatura), di adattarsi lentamente ed incanalarsi, quindi riuscire a trovare uno sfogo ed una via di fuga non troppo traumatica per le strutture murarie.

Invece nell’abitato, con l’inevitabile riscaldamento domestico giornaliero forzato o con l’uso di sistemi di asciugatura veloci (come i deumidificatori), i sali intrappolati superficilamente nei muri umidi, non hanno modo di trovarsi un varco o uno spazio di adattamento in tempo per cristallizzare in pace e di conseguenza sollecitano fortemente la zona di deposito verso le superfici murarie rigonfiandole fino a spaccarle.

Sulla base di quanto affermato poc’anzi, viene ovvio comprendere come e perché le consuete tecniche da anni alla ribalta, risultino generalmente inefficaci, effimere o di difficile aplicazione, spesso inefficaci sia nel breve che nel lungo termine.
A volte si dimostrano anche inadatte per i casi di edifici abitati e lente nell’ottenimento di risultati concreti.

Il motivo è che si offrono rimedi a problemi fraintesi o non capiti; è come se si andasse a curare una polmonite con lo sciroppo per il raffreddore semplicemente perché il medico ha rilevato che ci cola il naso.

– C’è ancora chi crede che con una centralina elettronica a radiofrequenza si riesca a rimandare l’acqua in discesa semplicemente perché si è rilevato che i muri umidi creano una differenza di potenziale sulla superficie, (in realtà sono i sali soluti che si comportano come una pila elettrica alcalina e innalzano naturalmente la lettura del voltmetro).

– C’è chi crede che alla risalita umida non vi sia rimedio ed allora offrono ricambi di intonaci programmati a scadenze definite per ovviare ai rigonfiamenti e agli inestetismi o peggio erigono contromuri a copertura del problema in attesa che l’inquilino si convinca che il problema è risolto o che di meglio non si possa fare.

– C’è chi crede che si possa risolvere la risalita umida solo distaccando o sigillando la zona più bassa del muro per cercare di interromperne il flusso, ma in verità si creano solo nuovi problemi di stabilità, di traspirazione e di asciugatura.

– C’è infine chi crede che il proprio edificio sia stato mal costruito ignorando che tutti gli edifici, chi più e chi meno, sono soggetti a tali problemi.
Egregi  architetti della storia ovviavano a tali problemi ancorando gli edifici di più alto pregio su piattaforme in granito o su volte, proprio per evitare il più possibile questo conosciuto e fastidiosissimo problema (ma si parla di opere costosissime destinate ai signori del tempo).

Gli unici sistemi a noi conosciuti parzialmente affidabili sono i metodi di desalinizzazione a contatto con impacchi di cellulosa purissima, ma richiedono costi molto elevati e risanano solo pochi millimetri dalla superficie. E’ quindi un trattamento che deve ripetersi periodicamente.
In ogni caso riconosciamo che il sistema funziona pur se per pochi anni e solo perché si è capito cosa si doveva andare a combattere, cioè gli eccessi salini.

L’evoluzione al sistema ad impacchi di cellulosa, quindi la soluzione definitiva al problema dell’umidità nei muri, è stato inventata da pochi anni da una equipe di ricercatori italiani, è forse l’uovo di Colombo.
E’ una sostanza liquida, estremamente fluida, assolutamente atossica inodore e bioecologica che si applica con un pennello e che è in grado di penetrare le murature fino in profondità, inseguire il canale d’acqua e convertire i sali soluti in sostanze silicee atossiche, assolutamente stabili e non più igroscopiche.
E’ una tecnologia pulita ottenuta aggregando in particolari forme le molecole di un’acqua purissima con un metodo molto evoluto ed innovativo (questa nuova branca di ricerca, proveniente dalla Fisica Quantistica, permette una infinità di sviluppi interessanti, efficacissimi ed ecologici).

La peculiarità del prodotto consiste nel poter trattare (e disattivare) i sali minerali inglobati nelle murature quali veri ed unici responsabili della risalita umida, delle muffe e dei ponti termici.
La specifica tecnologia, unica al mondo, permette un trattamento uniforme e molto profondo nella muratura senza bisogno di utilizzare i superati metodi di trattamento finora citati.

In pratica diventano di colpo obsoleti:
– i tanto comuni intonaci macroporosi (che sopperiscono solo temporaneamente al rigonfiamento murario)

– i tagli chimici, che apportano sostanze sigillanti all’interno del muro mediante forature sequenziali, procedure spesso responsabili di indebolimento strutturale e comunque poco efficaci ai fini del risanamento murario. Va tenuto anche conto che tale procedura è irreversibile e le sostanze imprigionate nel muro, qualora risultassero tossiche o dannose, non sarebbero più rimuovibili dalla struttura muraria. Va inoltre mensionato che in casi di allagamenti o perdite idriche superiori non permetterebbero una normale asciugatura e diventerebbe quantomai difficoltoso il ritorno alla normale stabilità igrotermica entro tempi ragionevoli (il muro non si asciuga perché gli viene impossibilitato lo scarico degli eccessi idrici verso il basso).

– le centraline ad elettroosmosi che, benché siano ancora discutibili gli effetti benefici sulle murature umide, promettono un miglioramento solo dopo molti anni dall’installazione.

– le boiacche desalinizzanti in cellulosa, che, benché affidabili ed efficaci solo sui 2-4 cm più superficiali, richiedono un trattamento piuttosto complicato consistente nella posa di uno strato assorbente su tutta la zona inquinata (operazione similare alla posa di un intonaco vero e proprio), l’attesa dell’asciugatura, la rimozione del materiale in discarica e la ricostruzione dell’intonaco definitivo. Tale operazione, benché consigliata nei palazzi di alto pregio, va comunque ripetuta ogni 5-10 anni per la risaturazione dei sali che migrano in superficie a seguito dell’evaporazione idrica proveniente dall’interno.

In seguito a questa innovazione, dopo l’inevitabile senso di diffidenza iniziale, ci auguriamo di stimolare i tecnici a testarne un campione quanto prima, per poter offrire alla clientela una soluzione pulita, innovativa, sicura, facile da applicare e molto durevole.
In fondo, visto che questa sembra la strada più promettente (rispetto a tutti gli altri metodi), tanto vale prenderci confidenza quanto prima per non trovarsi impreparati quando il prodotto sarà alla conoscenza di tutti.

 

Un saluto.

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15 pensieri riguardo “Il trattamento risolutivo per muri umidi”

  1. Non ho mai visto tante corbellerie col tono di chi ne sà più degli altri, commentare senza una vera cultura del risanamento conservativo è per lo meno opinabile, scrivere senza conoscere non è il massimo, gli antichi romani avevano già risolto il problema con fondazioni in selce, i veneziani la sapevano lunga sul modo di costruire sul acqua, gli olandesi hanno da secoli risolto il problema, la invito quindi ad informarsi di più e di non portare confusione in un settore in cui ci sono tanti venditori di fumo

    1. Quindi, signor Grasso, lei vorrebbe sostenere la tesi che ad oggi non esistono più problemi di umidità muraria? Quindi tutti i venditori di fumo che lei cita cosa farebbero?
      Chi fa confusione è lei che non riconosce che le costruzioni storiche che sono arrivate fino ai nostri giorni erano ovviamente curate fin dalle fondamenta. Erano edifici a cui non si badava a spese ed erano fatti per durare. Non a caso l’edilizia modesta non ha percorso la storia come le strutture di pregio e si sono degradate con rapidità. L’edilizia dei nostri giorni, che è tanto attenta alle dispersioni termiche, non guarda invece quasi per nulla la qualità delle murature né come queste dovrebbero rimanere sane ed asciutte rispetto all’umidità.

      1. Mettere in bocca agli altri parole non pronunciate è sicuramente un atto di per se è inopportuno, certo che il problema del umidità esiste, ma la risalita dell’umidità avviene per capillarità secondo la legge di jurin(https://it.wikipedia.org/wiki/Capillarit%C3%A0 , perchè non sono state prese le opportune precauzioni, non si sono isolati i muri in elevazione, con mattoni in klinker come gli olandesi, fondazioni in selce materiale di per se poco costoso, lamine di piombo come i veneziani, in tempi più recenti guaine bituminose, o getti di calcestruzzo reso impermeabile da opportuni additivi, tutti interventi di per se poco costosi, ma è stata la mancanza di questi interventi e l’incapacità di tenere conto del passato a farci sbagliare e il fatto di dire che l’umidità è insita nel materiale e altrettanto grave e sicuramente non insegna a costruire a regola d’arte. la informo inoltre che anche il granito assorbe per capillarità trasformandosi in caolini ed feldspati, certo è sicuramente un argomento molto lungo da poter esaurire in poche righe e sicuramente sono pronto ad un confronto dialettico sul problema che tratto da oltre 40 anni

        1. Signor Grasso, qui nessuno ha mai detto che l’umidità è insita nel materiale, come nessuno ha mai detto che il granito non assorbe.
          E’ necessario che lei legga con attenzione le risposte a meno che non pensa di rispondere a qualcun altro.
          A prescindere comunque dalle argomentazioni che lei sostiene sulla capillarità (che sono totalmente false nonostante i suoi 40 anni di esperienza), la questione è molto semplice: l’articolo su cui si commenta offre al lettore spiegazioni approfondite sul perché si ha risalita di umidità dai muri ed offre anche soluzioni semplici ed efficaci atte a risolvere tal problema senza necessità di lavori edili invasivi e polverosi.
          E’ forse questo che lei non riesce a digerire?

          Ora potrà anche non condividere le tesi esposte (e noi siamo a disposizione per chiarire e confrontarci con lei), ma si informi prima, e provi a capire almeno perché la risalita umida non può assolutamente dipendere da soli problemi di capillarità.
          Sono nozioni recenti risalenti all’ultimo trentennio, che tutti i professionisti del settore dovrebbero conoscere per evitare di passar fregature agli ignari clienti.
          Aggiornarsi quindi è un obbligo anche per lei.

          1. non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior sordo di chi non vuol veder, cercare di manipolare e tipico dei commercianti che vendono un improbabile panacea a 1000 euro al fustino, poi nega le leggi della fisica farse sentiremmo in futuro parlare di lei per una nuova teoria della relatività
            in bocca al lupo per le sue nuove avvincenti ricerche che sicuramente premiate da un nuovo nobel confezionato a posta per lei ?

          2. Lei è un vero demente e lo dimostra anche da come scrive, ma non mi metto a criticare quello che riesce a fare lei, le voglio invece dare un consiglio, so che non lo seguirà, ma io ci provo lo stesso.
            Si legga il manuale che le indico di seguito, è scritto da Edgardo Pinto Guerra uno dei maggiori esperti europei e forse mondiali sulla questione umidità muraria (ancora in vita) poi, se dovesse riuscire a capirci qualcosa, mi chieda pure scusa, io accetterò.
            Il manuale lo trova qui
            Intanto un saluto (da un sordo che non vuol vedere)

  2. Questo è una piccola analisi che non esaurisce i metodi di lavoro, quando si offende si cade nel ridicolo. Controlli bene i sui errori su quello che scrive, se vuole le posso fare un elenco, io non vendo nulla faccio solo consulenze su di un argomento che mi appassiona

    Umidità di risalita nei muri
    da Gaetano Grasso | Apr 16, 2015 | Notizie Crxxxxxa Milano | 0 commenti
    …/umidita-di-risalita-nei-muri/

    l’umidita di risalita non risolta distrugge i muri di mattoni
    L’umidità di risalita nei muri è un fenomeno dovuto alla mancanza di una adeguata impermeabilizzazione delle fondamenta. In passato gli antichi romani realizzavano una base in selce che non assorbe l’acqua per mancanza di porosità; in Olanda costruivano partendo con fondazioni di mattoni klinkerizati per cui non assorbivano acqua; i veneziani interponevano lamine di piombo che di fatto blocca l’umidità al di sotto; in tempi più recenti prima di partire con le murature in elevazione si pongono delle strisce di guaina bituminosa che impedisce l’adescamento. La presenza dell’umidità di risalita nei muri dipende dalla porosità dei materiali con cui viene realizzata la muratura e dall’ acqua presente nel terreno, e dal materiale con cui viene realizzata, siano mattoni di laterizio, tufo, arenarie ect. I sali presenti nel terreno e nel materiale da costruzione, si sciolgono nell’acqua e salgono, per via dell’effetto capillare per le leggi di Jurin un fisico che ha studiato che per capillarità la risalita dall’acqua è inversamente proporzionale alla sezione dei capillari. L’acqua evapora, ma il sale rimane nell intonaco e una volta cristallizzatosi, aumenta il suo volume causando una spinta interna nell’intonaco e nel materiale da costruzione. Oltre a creare ambienti insalubri, l’umidità di risalita
    Umidità di risalita nei muri anche con le zocolature
    zocolature per nascondere l’umidità non servono a nulla , l’umidità riemerge
    nei muri provoca una serie di danni fino ad arrivare a un degrado ed un indebolimento statico della struttura per l’effetto dei sali che aumentando di volume disgregano il materiale. L’umidità di risalita nei muri è generalmente nelle vecchie costruzioni, con murature portanti a diretto contato con il terreno, ma non risparmia le nuove, se l’impermeabilizzazione dei muri rivolti verso le fondazioni non è stato eseguita correttamente o è carente. L’umidità può essere maggiore nei mesi freddi o piovosi vista la saturazione dell’ umidità nell’aria che causa una minore evaporazione .
    Umidita di risalita nei muri
    . L’umidità di risalita nelle murature ai primi del novecento e precedentemente, si manteneva ad altezze molto basse, in quanto gli intonaci erano intonaci di malta di calce, con l’utilizzo del grassello di calce, per cui molto traspiranti ,che favorivano l’evaporazione dell’umidità presente nella muratura; in seguito con l’avvento delle calci idrauliche e dei cementi facendo degli intonaci ricchi di cemento per nascondere l’umidità esistente, il livello dell’umidità salì anche a livelli di 4/5 metri con percentuali di umidità intorno al 20% , che corrispondono a 200 litri d’acqua per mc. di muratura. E’ chiaro che la presenza dell’acqua nelle murature e il trasporto dei sali nella muratura ,crea numerosi problemi in queste costruzioni , ma voglio sopratutto concentrarmi sulle soluzioni che bloccano in maniera definitiva l’umidità di risalita nelle murature e sul rifacimento degli intonaci.
    Tipologie di interventi per eliminare l’umidità di risalita nei muri:
    Taglio della muratura:
    umidità di risalita nelle murature
    schizzo taglio muri per barriera umidità di risalita nelle murature
    Viene tagliata la muratura con una macchina ed inserita un lamina di PVC o piombo sui due lembi della lamina viene messa della malta di cemento meglio se espansiva ,e dei cunei per costipare la muratura ,sarebbe meglio se vengono collegati i due lati della muratura con dei micropali, se ben realizzata crea una barriera fisica e blocca l’umidità di risalita nei muri, in seguito ad assestamenti si può interrompere la barriera e può creare problemi.
    barriera chimica:
    umidità di risalita nelle murature
    schizzi barriera chimica per eliminare umidità di risalita nelle murature
    la barriera chimica per l’umidità di risalita nei muri viene realizzata facendo dei fori lungo un linea ideale alla base della muratura della profondità della muratura meno 8/10 cm a distanza di circa 15 cm tra loro poi si può iniettare un composto chimico o mandarlo per lenta diffusione esistono in commercio già dei prodotti formulati con dei kit , oppure si può partire dai prodotti base portarli nella giusta concentrazione ed impregnare il muro .tali operazioni si possono fare anche da soli ed danno ottimi risultati se avete bisogno consigli chiamateci, il metodo chimico cambia il menisco dell’acqua nei capillari che rimane sotto la barriera,il grosso problema in questo tipo di intervento sono gli alcali che danno un processo di saponificazione delle resine che possono vanificare l’intervento ,è sempre utile misurare il PH delle murature
    barriera con carotagio continuo
    umidita di risalita nelle murature
    schema barriera con carotaggio per eliminare umidità di risalita nei muri
    La barriera per l’umidità di risalita nei muri col metodo del carotaggio continuo viene realizzata carotando la muratura a tratti e colando all interno una malta anti ritiro di cemento – resine e con un armatura in acciaio forma un barriera meccanica ed un cordolo di ripartizione dei carichi, questo è sicuramente l’intervento migliore in assoluto che risolve per sempre il problema non ha controindicazioni la sua durata è illimitata nel tempo.
    Desalinizzazione ed intonaci
    Per accelerare il processo di asciugature di muri, dopo la barriera chimica per l’umidità di risalita nei muri, è opportuno stonacare i muri almeno da un lato ,cosi l’umidità non ha barriere per evaporare ,Quando il muro è asciutto con un’ umidità dal 1 al 3 % si devono eliminare i sali che si sono depositati sulla superfice del muro con una soluzione di acqua e acido al 5 % ripetuto varie volte e al lavaggio finale con abbondante acqua.Per realizzare gli intonaci bisogna fare una fascia bassa di intonaco idrofugo fino alla barriera in modo da non pescare l’acqua al disotto della stessa , il resto del intonaco bisogna farlo con la calce che permette al muro di respirare ed è più salubre. Alcuni vogliono vendere anche intonaci miracolosi per rifarli dopo la barriera ,ma se la barriera funziona dopo aver desalinizzato le superfici dei muri è sufficiente un buon intonaco di calce che fa respirare la muratura ed successivamente dopo 28 giorni un buona pittura ai silicati. se si fanno le diverse operazioni con buonsenso e coscienza si risparmia.
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    1. le consiglio inoltre di leggere un libro edito da Hoepli dell’ingegner Massari che tratta l’argomento con la giusta preparazione

    2. Tutto bene ciò che dice signor Grasso, soluzioni antiche che hanno vantaggi e svantaggi e comunque già citate sui nostri spazi informativi (indicati di seguito). Soluzioni che hanno però un costo notevole per l’inquilino ed un forte impatto sugli edifici da trattare; ha solo dimenticato di dire che i tagli delle murature sono ogggi assolutamente vietati negli edifici in zone sismiche, come anche altamente sconsigliati i carotaggi sequenziali; le barriere chimiche sono una soluzione intermedia altamente inquinante, ecc. ecc.. Ora se voleva mostrarare le sue conoscenze tramite noi, è accontentato, prenda però anche in considerazione che da 6 anni esiste la nostra nuova molecola che offre moltissimi vantaggi a chi ha il problema dei muri umidi senza, di contro, dare alcun svantaggio.
      Questi i nostri articoli che parlano dei suoi metodi:
      tagli chimici pro e contro …
      tagli nei muri ed iniezioni …
      i sistemi a elettrosmosi …
      i trattamenti antisale …

      Per il futuro, se insiste a mettere ancora i suoi link allo scopo di veicolare gratuitamente la sua pubblicità, sarà bannato.

    3. Signor Gaetano Grasso, Lei ha perfettamente ragione ognuno ha la sua scuola di pensiero ed è libero di scrivere quello che pensa, però dal solo scrivere alla realtà ci si può imbattere con dei professionisti senza offendersi, anzi la critica a volte insegna , io esercito la mia attività fin dal 1970 con il mio sistema di iniezioni dove creo una barriera chimica continua alla base dei muri, nella mia lunga carriera e con il mio sistema ho risolto la risalita capillare in miglia di edifici, mi reputo un leader in questo campo e dal 1970 ad oggi non ho mai sottovalutato altri sistemi anzi ben vengano, parlare nel modo sbagliato delle iniezioni con barriere chimiche continue o altri sistemi senza avere una certa esperienza è un’arma a doppio taglio.
      Buon lavoro a tutti
      Piero Mapelli

      1. Ho letto la vostra discussione e con altrettanta competenza ogni giorno faccio sopralluoghi e con il sistema A******l ipercertificato risoviamo problemi di questo tipo con successo. Inoltre lo scienziato Austriaco ing. M****, proprietario del brevetto e della tecnologia, e’ riconosciuto a livello mondiale. Un dispositivo senza corrente elettrica e senza batterie che non solo risolve il problema ma ionizza anche l’aria senza essere invasivo ha le caratteristiche massime di compatibilità ambientale. Qualcuno può usare altri sistemi o mettersi a ridere pensando che sia una magia ….ma una certezza e’ che nessuno fa interventi a cuore aperto aprendo il torace se c’è un metodo che attraverso una sonda può guarire una malfunzionamento cardiaca. Abbiamo caso risolti egregiamente specie se poi, a muro asciutto, si applicano protocolli di ripristino adeguati. Senza entrare in competizione o in polemica con nessuno mi sembra che qualcuno voglia perseguire strade alternative e tortuose pur conoscendo bene il motivo della risalita e dei sali nel muro ma ostinandosi a demonizzare un metodo come il nostro che evidentemente non conosce minimamente! Io ho la certezza di risolvere ai miei clienti il fenomeno lo dimostrano le migliaia di installazioni in Europa spesso accompagnate da expertise di organi superiori vedi ICR istituto del restauro conservativo o ordini professionali o imprese che ci chiamano su lavori pubblici.
        Ovviamente noi facciamo il nostro lavoro senza preoccuparci di chi ritiene di usare altri metodi ma possiamo dimostrare scientificamente che dove siamo intervenuti ed è stato applicato il protocollo suggerito per il ripristino i risultati sono 100 % peccato che sono più i clienti che ci chiamano direttamente o per referenze altrui che i tecnici che dovrebbero approfondire tale tecnologia!
        Buon lavoro a tutti…. sperando che i clienti non paghino la disinformazione di tecnici che dovrebbero conoscere quanto il mercato offre come soluzioni !

  3. Ovviamente la dimostrazione che abbia letto con molta attenzione le vostre analisi sull’argomento dimostrano che sono sempre disponibile ad aumentare le mie conoscenze ed a rimettere in discussione il mio lavoro a fronte di nuove scoperte in materia. In questo caso ho apprezzato molto l’ analisi corretta e puntuale delle cause ma meno la soluzione che sicuramente può funzionare ma è molto più invasiva e complessa del nostro metodo solo questo ….!

    1. Signor Giuseppe se lei considera invasivo il fatto di spennellare una soluzione lungo un muro umido per pochi minuti per poi goderne i risultati per molti anni e non considera invasivo una specie di ‘lampadario’ appeso per sempre dove nessuno lo vuole… sarei d’accordo con lei.
      Se considera invasivo un costo di trattamento che non supera quasi mai le 500-1.000€ rispetto ad oltre 6.000-8.000€ del vostro sistema (a cui vanno aggiunti i costi periodici di ispezione ed altri cavilli) sarei ancora d’accordo con lei.
      Il fatto è che ormai la gente è stufa di questi metodi, degli alti costi e degli scarsi risultati ottenuti, preferisce scegliere da sola e farsi il lavoro con le proprie mani senza cantieri né costi aggiuntivi.
      Il successo di DisAqua (che crediamo vi sta preoccupando) dipende dalla cura e l’attenzione che riserviamo al cliente, consigliandolo sempre verso la migliore strada al minimo costo senza necessariamente doverlo vincolare con contratti capestri e prezzi esagerati.
      Temiamo che chi non ha capito bene la nostra tecnologia sia proprio lei.

  4. Vorrei rimarcare che, come detto dal signor Giuseppe, si deve poi intervenire con dei prodotti chimici invasivi e tossici per il trattamento dei sali minerali rimasti imprigionati nella muratura.
    DisAqua, invece, oltre ad asciugare le murature, offre naturalmente una azione disattivante contro l’igroscopicità salina, una azione sanificante contro le muffe e spurgarte contro lo smog.
    La inviterei quindi a testare il nostro prodotto, magari solo in alternativa ai classici prodotti chimici (che comunque devono essere utilizzati per risolvere il problema dei sali inglobati).
    Sono a conoscenza che la Sua tecnologia sia ampiamente certificata e che possa portare a dei benefici, rimane comunque palese che tale metodo sia ormai obsoleto perché troppo lento nei risultati.

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